Siamo sicuri che tutto quello che più desideriamo può essere scelto, comodamente, sfogliando un catalogo?

Anche le cose più importanti della vita possono essere preconfezionate e vendute a chi è disposto a pagare il prezzo imposto dall’offerente?

È da questi punti di domanda che partirà il prossimo fine settimana al Teatro La Ribalta di Salerno con Archivio Futuro che porterà in scena Il Catalogo di Angela Di Maso per la regia di Imma Pagano. La regista sarà anche in scena accompagnata da Kurush Giordano Zangaro e Peppe Carosella.

Il palco di via S. Calenda, 98 si illuminerà sabato (12 marzo) alle 21:00 e domenica (13 marzo) alle 19:00.

Per info e prenotazioni: 329 216 7636 – 089 9958245 www.teatrolaribaltasalerno.it

Sinossi

Eric e Rose, marito e moglie, desiderano avere un bambino, ma Rose non può generare a causa di un feroce cancro che la costringe ad una isterectomia. La coppia affronta periodi difficili durante i quali più volte tentano la strada dell’adozione. La burocrazia e l’inaffidabilità degli Enti preposti contribuiscono ad una continua disillusione e, tramite esperienze di conoscenti, scoprono che la maggior parte degli orfanotrofi, a causa di scarsi sovvenzionamenti statali, precipitano in una condizione di degrado assoluto. Degrado che, deprecabile, si ripercuote sullo stato di salute dei bambini. Finalmente un barlume di vera speranza: grazie ad una coppia di amici musicisti, vengono a conoscenza di una nuova realtà che ha garantito a costoro la realizzazione del sogno di diventare genitori. Tramite una fotografia mostrano la loro bambina vantandone salute, intelligenza e

predisposizione all’arte della musica. Bimba che regala l’anelata completezza per definirsi “vera famiglia”. Eric e Rose, incoraggiati da questa testimonianza e previo appuntamento telefonico, si recano presso l’ufficio addetto, atipicamente locato presso un centro commerciale. Ad accoglierli è il Signore Law (direttore alle vendite), un tipo piuttosto bislacco e misterioso che assicura loro serietà e concretezza in materia di “compravendita di bambini”, millantando i successi dell’Azienda in forte espansione. I bambini considerati “Prodotti aziendali” vengono proposti tramite un catalogo dal quale i potenziali genitori scelgono in base alle caratteristiche più desiderate: dal colore della pelle, degli occhi, dei capelli, addirittura per peculiarità caratteriali ed attitudini alle arti ed ai mestieri. Eric e Rose dinnanzi ad una simile, incredibile opportunità, sono pronti a investire tutti i risparmi a disposizione, e rapiti dall’entusiasmo, scientemente si astraggono dalla presenza del Sig. Law, lasciandosi trasportare da una profonda dolcezza nell’immaginare di cullare, coccolare e crescere quella creatura che, di fabbrica, ha tutte le caratteristiche desiderate. Ma il sogno si infrange. Un’amara e devastante consapevolezza attanaglia la coppia. Catapultati in una spirale bianco/nera, si aggrediscono verbalmente con efferatezza, cedendo ad una dimensione di “verità taciuta”. Eric, pregno di buonismo, tenta la riappacificazione attraverso un’attenta e razionale disamina della divergenza, ma l’aridità e l’accanimento di Rose verso il bisogno di essere madre, la induce ad un comportamento violento che lacera ogni possibilità di sana riconciliazione. In questo percorso umano, il Sig. Law si bea, lui è il vero responsabile del massacrante alterco tra i due, lui è il regista che con maestria ha manipolato sentimenti e pensieri, istigando loro, l’uno contro l’altro. Usa l’arma della provocazione, del turpiloquio, dell’osceno, del cinismo, e, con una bestiale irriverenza, dissotterra le infrastrutture sociali e morali che irrimediabilmente condizionano l’umanità.  Soddisfatto, relega Eric e Rose ad una sospensione quasi “eterea” in cui il sogno genitoriale resta tale. Raggiunto lo scopo egli si prepara ad un nuovo incontro, ad una nuova disamina per distogliere gli immeritevoli dall’insano desiderio di diventare genitori.

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