Medea rivive a Nocera Superiore: un ponte tra mito e ontemporaneità


Medea rivive a Nocera Superiore: un ponte tra mito e contemporaneità
Un’onda di emozioni travolgente ha invaso il Parco Urbano Alfonso e Matteo Fresa di Nocera Superiore sabato 27 settembre, trasformato in un palcoscenico vibrante di passione e riflessione. La tragedia greca ha preso vita in una versione moderna e coinvolgente di “Medeae… da Euripide in poi”, lo spettacolo che, dopo dodici anni di repliche in tutta Italia, ha conquistato il pubblico di Nocera Superiore con la sua forza evocativa. Un’esplosione di teatro, danza e musica dal vivo che ha riscritto il mito di Medea in chiave contemporanea, grazie alla regia di Sarah Falanga e a un cast straordinario, capace di emozionare e scuotere ogni spettatore.Le parole dell’avvocato e imprenditrice di San Marzano sul Sarno, Carmela Zuottolo, sostenitrice da sempre della cultura come motore di crescita collettiva, risuonano come un faro in questa straordinaria serata: «La cultura è un potente strumento di crescita, un ponte che unisce le generazioni e fa emergere la bellezza che ci circonda. È fondamentale avvicinare i giovani alla riflessione, e il teatro è il mezzo perfetto per farlo. È attraverso l’arte che possiamo confrontarci con le sfide della vita, proprio come Medea ci costringe a fare, ogni volta che il suo mito viene raccontato.»A conferma del successo dell’evento, anche il sindaco Gennaro D’Acunzi e l’assessore Antonella Battipaglia hanno espresso il loro apprezzamento per una serata che ha unito cultura, arte e comunità, creando un legame profondo tra il passato e il presente. Un ringraziamento speciale è andato anche all’associazione Gan, che ha contribuito con il suo lavoro prezioso a rendere possibile questa serata indimenticabile.Il Parco Urbano ha ospitato, così, non solo uno spettacolo, ma una vera e propria esperienza sensoriale, capace di stimolare pensieri e emozioni che continueranno a rimanere nel cuore di chi ha partecipato. Una riflessione collettiva sul mito di Medea, sulla tragedia dell’esistenza, ma anche sul potere del teatro come strumento di trasformazione e di bellezza condivisa.