TRA DENUNCE DI IRREGOLARITA’ E ACCUSE DI SCORRETTEZZA CHIUDE IL CANILE-RIFUGIO CONVENZIONATO DI BUCCINO (SA)


La regista e animalista buccinese Maria Pia Cerulo: “Dove sono i cani?”.Il Presidente della Guardia Agroforestale D’Acunto: “Faremo chiarezza”
A pochi mesi dall’inaugurazione, la sede del canile-rifugio di Buccino (SA), gestita dall’associazione

Ciotole Forever Piene di Potenza in convenzione con il Comune, ha chiuso i battenti. Lo sgombero della struttura di via Ferrovia, in località Braida, è stato completato il 14 novembre scorso: un atto dovuto
dopo l’arrivo, a fine ottobre, di una denuncia per non conformità strutturali (il ricovero dei cani era stato realizzato troppo vicino a un edificio residenziale). “È il triste epilogo di una lunga vicenda di irregolarità e scelte discutibili da parte delle responsabili del rifugio” – commenta la regista buccinese Maria Pia Cerulo, animalista e attivista della prima ora, che da Roma dove ora abita e lavora ha seguito con trepidazione l’intera vicenda.

Chiude il canile, ma la questione rimane aperta. Anzi, apertissima. “Nel rifugio vivevano quattordici esemplari, tra cui diversi cuccioli e alcuni animali bisognosi di cure. Dove sono, adesso?” chiede Cerulo, facendosi portavoce delle inquietudini di tanti volontari. Il timore è che, almeno alcuni di loro, siano stati riportati in strada, nonostante molti cittadini si fossero resi disponibili ad aiutare. “Per qualche motivo le nostre proposte di adozione e di affido sono sempre state respinte. Ora vogliamo sapere se si è preferito abbandonare quelle creature a un triste destino – strada, o altro canile – piuttosto che dare loro una famiglia, e perché”.
Interpellato, il Presidente della Guardia Agroforestale Antonio D’Acunto, di Buccino anch’egli, ha assicurato che sono in corso verifiche e che presto verrà fatta chiarezza sulla destinazione dei cani dopo lo sgombero. “Sono molto contenta di questo impegno preso dal mio illustre concittadino – commenta la regista. – Ma le cose da accertare sono molte di più”.
In effetti anche in passato le scelte delle persone incaricate della gestione dei randagi a Buccino non sono apparse sempre lineari. Maria Pia Cerulo cita il caso di un cucciolone di pitbull senza microchip, catturato sul territorio nell’estate del 2024 (Foto in allegato). “Una brava volontaria aveva trovato per lui un ottimo affido. I responsabili comunali lo consegnarono invece a un loro fiduciario residente in campagna, il quale ha poi lasciato l’animale in uno spazio all’aperto non recintato.” Il cane, ovviamente, scappa. Panico: un pitbull solo, spaventato, affamato – anche se giovane e buono – può mettere in
pericolo se stesso e gli altri. Per fortuna viene ripreso. Volontari trovano adozioni e affidi in tutta Italia, ma ricevono altri dinieghi. Il cane viene collocato in un recinto non a norma collocato su un terreno di proprietà del vicesindaco Antonella Trimarco. L’assessore all’ambiente Mariangela Bastardo fa sapere con un post sulla pagina Facebook di Ciotole Forever Piene (Allegato n. 1) che il cane è già stato adottato. Dal vicesindaco, dice qualcuno. “Contattai la diretta interessata per chiedere conferma. La
Trimarco smentì tutto.” Intanto sono passate due settimane. Il pitbull, verosimilmente mai registrato all’ASL e ancora privo di microchip, fugge di nuovo, e questa volta per sempre. Maria Pia Cerulo sospira. “Non è stato mai più ritrovato. Era bellissimo”.
La torinese Eleonora Lovison, presidente di Ciotole Forever Piene, si difende su Facebook dicendo che il suo rifugio non era attrezzato per accogliere il pitbull, come del resto nessun altro esemplare delle razze considerate ‘potenzialmente pericolose’, e sottolineando che il processo di adozione per questo tipo di cani è sempre particolarmente lungo e rigoroso. “Si trattava comunque di un animale in situazione di bisogno – riflette Cerulo. – Probabilmente il desiderio di soccorrerlo in qualche modo ha prevalso, e si è fatto ricorso a una serie di soluzioni-tampone non proprio ortodosse… Questo è comprensibile. Però perché mentire e non scegliere la strada già spianata dell’adozione sicura? I candidati non vennero mai neppure contattati per appurare la loro idoneità”.
La stessa regista, nel maggio del 2025, aveva presentato una sua richiesta, ancora una volta lasciata cadere nel vuoto. “I volontari mi raccontavano di un certo cane rinchiuso in una gabbia infestata di parassiti. Notificai alle responsabili del rifugio che ero disponibile ad adottarlo. Sono stata ignorata.”
Altre offerte di aiuto da parte di Maria Pia Cerulo hanno ricevuto la stessa accoglienza. “Era la primavera del 2025. Per una cucciolata con una gravissima verminosi volevo organizzare a mie spese un trattamento salvavita nella vicina clinica per animali di Battipaglia, visto che il veterinario di zona non era reperibile. La direttrice della struttura si oppose e somministrò ai cuccioli una cura fai-da-te. Più volte ho chiesto aggiornamenti sul loro stato di salute. Niente: tutto tace.”
La Legge Brambilla del 1° Luglio 2025 condanna duramente l’abbandono ed il maltrattamento degli animali. Eppure maltrattamenti ed abbandoni ancora accadono, anche nei rifugi sovvenzionati con i soldi pubblici: non è raro che i trovatelli approdati in canili convenzionati, dopo un po’ di cibo e qualche
cura, vengano rilasciati sul territorio anche se inadatti alla vita di strada; o siano detenuti in condizioni inadeguate. Difficile dire quale sia il minore dei mali. (Allegato n. 2: Un cane rimesso sul territorio dal Comune di Montecorvino Rovella (il dato è nel microchip). La foto è stata scattata all’atto del ritrovamento, avvenuto a qualche anno di distanza dal rilascio.)
“Gli attuali rifugi potrebbero essere facilmente convertibili in Oasi” spiega Cerulo, che per rendere la sua azione ancora più incisiva ha deciso di diventare Guardia Zoofila e di chiamare a raccolta personaggi dell’arte e della cultura sensibili alla causa (tra le ultime adesioni ricevute, quella di Alfredo Rapetti, figlio del grande paroliere Mogol e autore egli stesso di alcune tra le più belle canzoni della musica italiana).
“Niente più gabbie e isolamento, ma un grande spazio nella natura dove cento, duecento cani possono vivere insieme felici, anche senza adozione. Un’ottima soluzione di compromesso tra canile e randagismo”.
Pare un’utopia, e invece già succede. All’Oasi di Brenda, struttura privata in provincia di Rieti, i cani di nessuno corrono e giocano liberi in vaste distese di terreno recintato; sono curati, puliti, amati e portati a passeggio dai volontari fuori dall’Oasi; l’estate trascorre serena tra rinfrescanti nuotate nelle piscinette
dell’Oasi ed escursioni al vicino ruscello. Costo per cane? “Centotrenta euro al mese – risponde la fondatrice Micaela Catucci. – Una cifra che copre, tra l’altro, cibo di alta qualità, terapie di base e, quando necessari, percorsi di rieducazione per preparare i cani all’adozione”.
Cerulo insiste: “I Comuni, è vero, in genere pagano al massimo novanta euro al mese per cane, ma un’Oasi è realizzabile con molti meno soldi di un canile-rifugio. Inoltre il gap economico potrebbe essere agevolmente coperto con fondi della Comunità Europea. E poi: chi non sarebbe felice di sostenere un
progetto così bello?”. L’Oasi di Brenda vive infatti di donazioni private, che per fortuna non mancano.
I soldi pubblici finiscono altrove: il Comune di Rieti si prepara a investire centinaia di migliaia di euro nella costruzione di un tradizionale canile da affiancare a quello, sovraffollatissimo, già esistente. Apertura prevista entro il 2026.
“Le strutture attuali sono sostanzialmente prigioni per innocenti – denuncia la regista. – Costose e non necessarie, sono concepite non per il bene degli animali ma per la comodità degli operatori. Luci e rumori forti, isolamento e noia sono quanto di peggio si possa offrire a un cane già traumatizzato
dall’abbandono. Non stupisce che poi tante adozioni falliscano”.
Direttamente dalla Presidente dell’Enpa Carla Rocchi (Allegato n.3: Intervista di Maria Pia Cerulo alla Presidente Rocchi su La Repubblica) Maria Pia Cerulo ha ricevuto conferma che i Sindaci potrebbero esercitare la facoltà di optare per un’Oasi. “Eppure continuano a costruire e utilizzare i soliti vecchi canili, che finiscono poi amministrati come piccoli potentati di paese in zone come la nostra; oppure, nelle grandi città, come fossero aziende. Ma è un sistema in crisi: l’opinione pubblica è sempre più vigile, la sensibilità animalista è in crescita; il volontariato si fa diffuso, diventa norma, chiede spazio. È ora di cambiare. Ce lo dice la vicenda di Buccino; segnali in questo senso stanno arrivando da tutt’Italia, e oltre.”
Maria Pia Cerulo – regista di attori quali Stefania e Amanda Sandrelli, Sebastiano Somma, Monica Vitti, documentarista (due suoi lavori sono attualmente su Amazon Prime), insegnante di cinematografia, responsabile di uffici stampa locali e nazionali – sta mettendo tutte le sue competenze e conoscenze al servizio di questa causa. Tra le autorità coinvolte, anche il sociologo e criminologo Antonio D’Acunto, creatore e presidente della Guardia Agroforestale Italiana, ente che ha tra i suoi scopi la tutela degli
animali e la prevenzione del randagismo. “A D’Acunto chiedo di farsi portavoce dei nostri interrogativi.
Perché le nostre domande di adozione sono state respinte? Dove sono, adesso, i cani del rifugio? La presidente Lovison dice che sono stati adottati. Lo può provare?.”
Di certo c’è che nelle ultime settimane alcuni dei piccoli ospiti del rifugio sono stati avvistati a Buccino e dintorni. Maria Pia Cerulo lancia un appello ai suoi concittadini: “Vi chiedo di aiutare queste povere creature, sfamarle e salvarle dal freddo in arrivo ospitandole nelle vostre case”. Infine, un invito: “Si mettano da parte finalmente personalismi, separatismi e competizione, e si pensi solo a fare il vero bene di questi animali. Chi vuole collaborare con me su questo può contattarmi alla email mpiacerulo@gmail.com. Insieme troveremo le soluzioni.”


