Bambini e anziani senza riabilitazione: le famiglie decidono di fare causa al Distretto di Nocera ­

­ Bambini e anziani senza riabilitazione: le famiglie decidono di fare causa al Distretto di Nocera ­ ­
­ ­ ­ “Ci rivolgiamo al magistrato – dicono – e vediamo se almeno lì troveremo giustizia per una vicenda assurda e inumana che ci sta rovinando la vita”. Hanno già lanciato un appello che sta raccogliendo centinaia e centinaia di firme, stanno incassando la solidarietà di esponenti delle istituzioni e dei sindacati, hanno riempito le pagine di giornali e telegiornali. Ora però hanno deciso che bisogna andare oltre, dal Giudice. Sono le mamme e i familiari degli oltre novanta pazienti di Villa dei Fiori (ma il numero è destinato ad aumentare) con disabilità gravi, spesso gravissime, ai quali il Distretto di Nocera a partire da luglio non concede l’autorizzazione per continuare le cure prescritte dalla Asl. Il motivo, giudicato illegittimo sia dalle famiglie che dal centro Villa dei Fiori dove i pazienti erano in cura, è un supposto futuro sforamento di budget. Circostanza smentita, numeri alla mano, dal centro di riabilitazione. Quel che è certo è che interrompere le cure comporta per questi pazienti danni estremamente pesanti. A spiegarlo, con rabbia, sono soprattutto le mamme dei tanti bambini che hanno dovuto interrompere le cure e che sono affetti da gravi patologie. L’elenco è lungo, e drammatico. Deficit cognitivo, tetraparesi spastica, sindrome di down, disturbi del linguaggio e così via. Ma non c’è solo rabbia, c’è anche paura. “Abbiamo paura di ciò che accadrà, perché se non verranno riprese le cure subito tutti i sacrifici fatti finora andranno in fumo, e ai miglioramenti ottenuti si sostituirà il peggioramento delle malattie. Abbiamo poco tempo”. Per ottenere quello che ritengono un inviolabile, ma violato, diritto costituzionale hanno quindi deciso di farsi rappresentare da un avvocato. “Rivolgerci a un legale – dice una delle mamme – ci fa sentire come se ci dovessimo difendere dal reato di malattia, ma la malattia non un reato, è dolore, e curarsi per guarire o per non morire non è un privilegio da concedere o negare, è un diritto sacrosanto”. Un’altra aggiunge: “Ho due bambini con ritardo cognitivo, deficit della comunicazione, ritardo psico-motorio e problemi genetici e non possono assolutamente stare senza terapia”. Accanto a lei una signora che ha già raccontato, davanti alle telecamere del TG3, la vicenda di suo marito affetto da più patologie tra cui il morbo di Parkinson, cardiopatia, frattura del femore, si pone domande che probabilmente si pongono un po’ tutti: “Ma è umano portare le famiglie ad una tale esasperazione da dover ricorrere al Giudice per continuare a fare le terapie prescritte dalla Asl al loro bambino o al loro anziano? È civile averci costretto a questo?”. Non risponde, resta in silenzio. Risponderà il Giudice.
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