«Io sono stato preso con carte false, vistosamente false

«Io sono stato preso con carte false, vistosamente false:
tra l’altro risultavo nato a Battipaglia, e il milite
che mi ha preso (e schiaffeggiato) era di Battipaglia»
Nel libro intervista di Ferdinando Camon Conversazione con Primo Levi (Guanda 2014, p.
23) rievocando il suo arresto nel dicembre ‘43 – quand’è da pochissime settimane in una brigata
partigiana – Primo Levi dice: «Io sono stato preso con carte false, vistosamente false: tra l’altro
risultavo nato a Battipaglia, e il milite che mi ha preso (e schiaffeggiato) era di Battipaglia, e questo
mi ha messo subito in una posizione difficile».
Altre informazioni possono essere ricavate dal racconto Oro ne Il sistema periodico. «Durante
la marcia, che si protrasse per diverse ore, riuscii a fare due cose che mi stavano a cuore: mangiai
pezzo per pezzo la carta d’identità troppo falsa che avevo nel portafoglio (la fotografia era
particolarmente disgustosa), e, fingendo d’incespicare, infilai nella neve l’agenda piena di indirizzi
che tenevo in tasca» (Einaudi 2005, p. 135). Poi, pur non citando esplicitamente la sua provenienza,
parla ancora del milite originario di Battipaglia: «Faceva molto freddo. Bussai alla porta finché venne
il milite che fungeva da sbirro, e lo pregai di mettermi a rapporto con Fossa; lo sbirro era proprio
quello che mi aveva picchiato al momento della cattura, ma quando aveva saputo che io ero un
“dottore” mi aveva chiesto scusa: l’Italia è uno strano paese. Non mi mise a rapporto, ma ottenne per
me e per gli altri una coperta, e il permesso di riscaldarci per mezz’ora ogni sera, prima del silenzio,
vicino alla caldaia del termosifone» (cit. pp. 138-139, sottolineature nostre).


PROGETTO
Sulla base dell’episodio storico della cattura di Primo, per:

  • celebrare la figura di uno degli scrittori italiani più importanti del Novecento;
  • ribadire e rinforzare i valori della libertà e della democrazia, e il rifiuto del razzismo e
    dell’antisemitismo;
  • ricordare il grande sacrificio di Battipaglia durante la seconda guerra mondiale;
    mosse dal desiderio di esaltare e potenziare la Conoscenza, ampliare gli orizzonti e costruire
    progetti di lungo periodo che tengano insieme la coscienza civile, il senso di appartenenza alla propria
    città, la voglia di collaborare, da singoli o da associati (art.2 della Costituzione), le associazioni e le
    organizzazioni che sottoscrivono e sostengono il presente documento si impegnano a mettere in
    campo e a sollecitare l’Amministrazione e il Consiglio comunale a una ricorrente serie di iniziative
    per gli anni a venire, in onore di Primo Levi “cittadino di Battipaglia”.
    RISULTATI OTTENUTI
    I EDIZIONE – 2020
    Le associazioni e le organizzazioni aderenti hanno ottenuto dall’Amministrazione e dal
    Consiglio Comunale di Battipaglia i seguenti atti:
     Conferimento della cittadinanza onoraria alla memoria a Primo Levi
     Istituzione del 13 dicembre come “Giornata in Memoria di Primo Levi”
     Istituzione del “fondo Primo Levi” all’interno della Biblioteca Comunale
    Le associazioni e le organizzazioni aderenti hanno altresì messo in campo le seguenti
    iniziative:
     staffetta social tra le associazioni con letture in video di brani tratti dai libri di Primo
    Levi, coordinate dagli hashtag: “#13dicembre” “#primolevicittadinodibattipaglia”
    “#associazioniperprimolevi”
     invito ai cittadini ad aderire alla staffetta con proprie letture
     donazione del primo nucleo del “Fondo Levi”
    II EDIZIONE – 2021
    Le associazioni e le organizzazioni aderenti hanno ottenuto dall’Amministrazione e dal
    Consiglio Comunale di Battipaglia i seguenti atti:
     Una panchina per Primo
    Una panchina della Villa Comunale in via Belvedere è stata dedicata a Primo Levi,
    dipingendola di giallo, per ricordare la stella della persecuzione nazista. Sulla panchina è stato
    scritto in calligrafia un aforisma dello scrittore torinese.
     Luci alla Casa Comunale
    Il 13 dicembre “Giornata cittadina in memoria di Primo Levi”, e il 27 gennaio “Giorno della
    Memoria”, il Comune ha acceso di giallo le luci sulla torre dell’orologio.
     Pensieri in filodiffusione
    Durante la giornata del 13 dicembre la filodiffusione in centro città ha proposto una selezione
    di aforismi di Primo Levi.
    Le associazioni e le organizzazioni aderenti hanno altresì messo in campo le seguenti
    iniziative:
     Primo e l’ippocastano
    Nell’ambito di “Invasioni botaniche”, è stato impiantato un ippocastano, albero caro allo
    scrittore torinese
     Staffetta social tra le associazioni con letture in video di brani tratti dai libri di Primo Levi,
    coordinate dagli hashtag: “#13dicembre” “#primolevicittadinodibattipaglia”
    “#associazioniperprimolevi”
     EVENTO IN PRESENZA
    Lectio magistralis del Prof. Giovanni De Luna
    “L’orrore del lager. Raccontare per conoscere”.
    I campi di sterminio, la distruzione degli ebrei d’Europa e il ruolo fondamentale che la
    testimonianza e la memoria possono avere nel contrastare le barbarie.
     EVENTO IN PRESENZA
    “L’ultimo Natale di guerra”. Paolo Di Paolo legge Primo Levi
    Lo scrittore e critico letterario Paolo Di Paolo racconta la grandezza assoluta del Levi scrittore,
    troppo spesso messo in ombra dal Levi testimone della Shoah.
     Acquisto della rarissima prima edizione di “Se questo è un uomo” edita da De Silva a
    Torino nel 1947 e donata alla Biblioteca Comunale dal notaio Carlo Carbone.
    LA PRIMA EDIZIONE DI “SE QUESTO È UN UOMO”: STORIA DI UN LIBRO
    Se questo è un uomo è un libro scritto in fretta: quasi tre anni dopo la liberazione di Auschwitz
    Al principio del 1947 Se questo è un uomo è pronto. Levi lo presenta a due o forse tre editori,
    vedendoselo respingere. In Einaudi leggono il manoscritto due editor che sono anche scrittori in
    proprio, Cesare Pavese e Natalia Ginzburg, ma non lo ritengono in linea con la politica editoriale di
    Einaudi.
    Fu la sorella di Primo, Anna Maria, attiva nella Resistenza come staffetta partigiana, a trovare la via
    per pubblicare il dattiloscritto. Lo affida in lettura ad Alessandro Galante Garrone, che si rivolge a
    Franco Antonicelli, che dirige la casa editrice Francesco De Silva, fondata nel 1942. È Antonicelli ad
    avere l’intuizione di eliminare l’imperativo «Considerate» da uno dei versi della poesia-epigrafe,
    coniando il definitivo Se questo è un uomo. È assai probabile che sia stato ancora Antonicelli a
    scegliere Goya per la sovraccoperta, un disegno rielaborato prima di essere collocato a illustrare il
    libro di Levi.
    La data del finito di stampare del libro «primogenito» di Levi nelle edizioni De Silva è 11 ottobre
  1. Il volume, di 198 pagine, esce nella collana «Biblioteca Leone Ginzburg», che ha il sottotitolo
    «Documenti e studi per la storia contemporanea».
    De Silva stampa “Se questo è un uomo” in neppure 2500 copie, ne vende poco più di mille. Le
    recensioni sono poche ma non pochissime: oltre venti, buon risultato per una piccola casa editrice e
    per un’opera dedicata a un argomento non più di attualità. Tra le più importanti, quella di Italo Calvino
    che vi riconosce pagine “di autentica potenza narrativa, che rimarranno nella nostra memoria tra le
    più belle della letteratura sulla seconda guerra mondiale». Così pure, grande estimatore del libro sarà
    Umberto Saba, che lo definisce “libro fatale”.
    Nel 1949 la De Silva, in difficoltà finanziarie, cede l’attività e il magazzino a una casa editrice di
    Firenze, La Nuova Italia. Di Se questo è un uomo restano svariate centinaia di copie invendute.
    Andranno distrutte il 4 novembre 1966, durante l’alluvione di Firenze, che allagò il deposito in cui
    erano custodite.
    Ci vollero poi molti decenni affinché Levi venisse considerato uno scrittore dalla statura pari a quella
    del testimone. Nel 1958 Se questo è un uomo fu ristampato dalla casa editrice Einaudi: da quel
    momento in poi è stato tradotto in decine di lingue, ed è ormai considerato una delle opere più alte
    sullo sterminio ebraico, sia per la precisione della testimonianza sia per il suo risultato letterario.
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