Terzo appuntamento venerdì 8 luglio, alle ore 21 nel quadriportico del duomo, per la II edizione di Salerno Classica,

SALERNO CLASSICA

II edizione

 L’ ESTATE

Presenta

BASTIMENTO NAPOLI

Spettacolo di Sergio Mari e Fabio Marone

Salerno, venerdì 8 luglio, Atrio del Duomo, ore 21. Il concerto ha un tagliando d’ingresso di Euro 13, con biglietti ridotti per gli studenti e gli over 65 e gratuito per gli under 14, con prevendita raggiungibile attraverso un QR code su manifesto, locandine e programmi

Info.: ass.gestionemusica@gmail.com 3928435584

Terzo appuntamento venerdì 8 luglio, alle ore 21 nel quadriportico del duomo, per la II edizione di Salerno Classica, con la seconda stagione, l’Estate. Un viaggio nella canzone napoletana dalla Villanella a Napul’è

Terzo appuntamento per la II edizione di Salerno Classica, che venerdì 8 luglio, quadriportico del Duomo, alle ore 21, inaugura la sua Estate, dopo aver archiviato in grande stile la Primavera, un cartellone eterogeneo ideato dalla Associazione Gestione Musica, che ha concorso e ottenuto il finanziamento dal Fondo unico per lo Spettacolo.  Questa terza serata, che saluterà protagonisti l’Ensemble Lirico Italiano diretto da Francesco D’Arcangelo conil soprano Annalisa D’Agosto, la chitarrae la voce popolare di Fernando Galano, l’attore Sergio Mari e la ballerina Alessandra Ranucci, ha come titolo Bastimento Napoli, uno spettacolo di musica e parole

scritto a quattro mani da Sergio Mari e Fabio Marone, con gli arrangiamenti di Giovanni Liguori. Sarà questo Bastimento Napoli guidato dalla sirena Partenope; un excursus nella storia della tradizione napoletana attraverso le pagine più amate e anche poco conosciute della nostra tradizione musicale. Risulta non facile fissare la specifica identità della canzone napoletana, perché essa è come un mare che ha ricevuto acqua da tanti fiumi. E’ figlia della poesia, come quasi tutti i canti di antica tradizione, e ha espresso, come le è universalmente riconosciuto i sentimenti, la storia e i costumi di un popolo. Nello stesso tempo, però, si è adattata alle esigenze di mercato, diventando, di volta in volta, canzone di taverna, da salotto, da ballo, teatrale, sia comica che drammatica, e chi sa quante altre cose ancora. Non sempre e non solo bisogno di canto e di poesia, quindi, ma anche buono o cattivo artigianato. Il fatto singolare è che la canzone, “porosa” come la città –

per dirla con la definizione che Benjamin coniò per Napoli -, ha assorbito tutto, riuscendo a rimanere in fondo se stessa. Malgrado sia stata contaminata, nel tempo, da sonorità appartenenti ad altre culture e ad altri generi musicali, la melodia napoletana è riuscita a conservare un suo codice di riconoscimento, un proprio DNA, quel “profumo”, che la rende inconfondibile, come una lingua perduta, della quale abbiamo forse dimenticato il senso e serbato soltanto l’armonia, una reminiscenza, la lingua di prima e forse anche la lingua di dopo. Musiche e versi che con i loro contenuti hanno raccontato semplicità ed erotismo, essoterismo e magia, rituali sacri e profani, feste popolari. Ed è proprio qui che trova origine questo incredibile canzoniere, dove le suggestioni, le intonazioni, le evocazioni del nostro vernacolo si trasforma in un canto ora dolente, ora euforico, capace di esprimere l’eterno incanto dei sensi di questa magica sirena Partenope. “Tu m’aje prommiso quattro moccatora…”è questo il più antico frammento di canzone napoletana che ci è pervenuto, risalente alla fine del 1200. E’ questo il canto delle lavandaie del Vomero che Pasolini, nel suo Decameron, fa risuonare nelle strade della città partenopea. Il rapporto fra le villanelle nella forma originaria e la canzone napoletana è innegabile. Ce ne accorgeremo in questo viaggio attraverso quella mescolanza che ritroviamo nella deliziosa canzonetta di Gaetano Donizetti, “Me voglio fa’ ‘na casa”, che ci porta in pieno Ottocento e in cui la melodia partenopea si incrocia con la limpidezza formale del grande operista bergamasco o anche con una fortunatissima canzone un tempo attribuita a Donizetti, “Te voglio bene assaje”, ma composta nel 1839, dall’ottico Raffaele Sacco e da  Filippo Campanella, la conturbante Cicerenella che chiuderà idealmente il cerchio fra antico e moderno, tradizione e cultura: la tarantella dall’inquietante tonalità in minore, la tarantella dall’inquietante tonalità in minore, che risale probabilmente al Quattrocento, la Danza di Gioacchino Rossini, la famosa tarantella notturna che impazza in un infuocato blue-moon napoletano. Quindi la D’Agosto  ricreerà l’atmosfera primo novecento dei Café Chantant, da dove ci invierà diverse cartoline con le melodie più belle del repertorio partenopeo, da “I’ te vurrìa vasà”, “Santa Lucia”, “ ‘O surdato ‘nammurato“, “’A tazz’e cafè”, “Lily Kangy”. E ancora inframmezzate dai monologhi recitati da Sergio Mari dedicati al rivoluzionario Masaniello, al grande impresario Domenico Barbaja, al bel Gagà, a Pulcinella, l’anima di Napoli che non muore mai, i grandi classici del periodo d’oro, “Torna a Surriento”, “Core ‘ngrato” “’O paese d’ ‘o sole”, “’O sole mio”. Si giungerà fino a Pino Daniele, certo il maggiore fra i cantori della Napoli moderna, perché napoletane e moderne sono alcune delle sue canzoni più belle, cantate ancora oggi dai posteggiatori e fatte proprie da tutti. L’operazione riuscita a Daniele è più di ogni altra straordinaria perché, pur contaminando e fondendo la melodia con rock, jazz e blues, è assolutamente presente in tutte le sue canzoni quell’originario Dna, che le fa riconoscere per tali, in una perfetta fusione di innovazione e tradizione. La stagione della canzone napoletana è sembrata tante volte esaurita. Invece, quel misterioso e sfuggente Dna, ogni tanto ricompare, nelle canzoni dimostra la vitalità di una tradizione inesauribile, ed ecco che fra un’antica villanella di Velardiniello e la canzone di Pino Daniele passano più di quattrocento anni eppure, se provate a canticchiare o ad accennare al pianoforte, magari con un dito solo, qualche frase di Boccuccia de no pierzeco apreturo e di seguito qualcuna di Napule è, vi accorgerete che hanno la stessa matrice, che sono figlie della stessa madre. Dal mare nascono e al mare ritornano, infatti, le note di questo concerto, che abbracciano la tradizione popolare, la “poesia cantata” del repertorio d’autore, completata dalla memoria sonora collettiva con il vigore ritmico e l’aggressività espressiva che sa trasformarsi in danza e nella eterna sfida del popolo partenopeo alla vita.

Francesco D’Arcangelo  direttore

Violoncellista e direttore d’orchestra, compie gli studi di violoncello diplomandosi sotto la guida privata del maestro Ilie Ionescu perfezionandosi in seguito a Maastricht (Olanda) con il maestro Mirel Iancovici conseguendo da prima il diploma di esecuzione musicale e poi il master in esecuzione musicale. Parallelamente segue i corsi con i maestri Aldulescu, Piovano, Paternoster, Schwab e altri. Come solista ha eseguito i concerti di Haydn e Boccherini, rispettivamente in Spagna ed Olanda ed in formazioni di musica da camera ha eseguendo concerti in festival olandesi, belgi, spagnoli ed italiani. Ha collaborato con orchestre in Olanda e Belgio (Orchestra da camera delle Fiandre), Teatro Verdi di Salerno, Nuova Scarlatti di Napoli, Teatro Cilea di Reggio Calabria collaborando anche come primo violoncello, suonando sotto la direzione dei maestri Roberto Benzi, Daniel Oren, Dirk Vermuellen, Ed Spanjard, Kovachev e tanti altri ancora. Parallelamente ha coltivato lo studio della direzione d’orchestra seguendo corsi e masterclass con i maestri Bellugi, Dini Ciacci, Karabtchevsky e tanti altri risultato sempre selezionato per la direzione dei concerti nei relativi festival musicali correlati come “Riva del Garda”, Festival Baselga di Pinè, Bertinoro Musica ecc. Nel 2007 viene selezionato per la fase finale del prestigioso concorso Pedrotti di Trento tra i pochissimi italiani scelti durante le selezioni svoltesi in tutto il mondo.

Ensemble Lirico Italiano

Formatosi in occasione dell’anno Verdiano 2013, nasce dall’unione di un gruppo di musicisti che hanno maturato le loro esperienze musicali ed orchestrali nei teatri e nelle orchestre italiane più prestigiose come il Regio di Parma, San Carlo di Napoli, Verdi di Salerno, Regio di Torino, Fenice di Venezia, Orchestra “Nuova Scarlatti” di Napoli, sotto la guida di eminenti direttori come Daniel Oren, Riccardi Muti, Roberto Benzi, Piero Bellugi e tanti altri. L’Ensemble Lirico Italiano si prefigge lo scopo di eseguire in formazione cameristica o piccolo sinfonica, ovvero con l’utilizzo di pochi strumenti, il repertorio della grande tradizione operistica con l’utilizzo di trascrizioni originali e dedicate, che rispettando il contenuto delle composizioni non perdendo il colore “sinfonico” della loro esecuzione. La natura flessibile ed eclettica dell’ensemble, dal quintetto d’archi all’orchestra di 20 elementi, rende così possibile alla grande musica della tradizione operistica, piccolo sinfonica e concertistica di raggiungere tutti quei luoghi, oltre le tradizionali sale da concerto e teatri, come chiese, chiostri, giardini storici, saloni e corti anche di ridotte dimensioni valorizzando tutti questi luoghi anche come scenografie inedite di scene d’opera o facendoli risuonare con le note della grande tradizione. I concerti fin qui eseguiti al festival di Villa Guariglia (Salerno), Giffoni Teatro, teatro Palladio di Roma, Teatro Verdi Di Salerno, Fondazione Resonnance, unitamente con gli spettacoli per le scuole in collaborazione con il progetto “Opera in Favola” ed il progetto “Assaggi d’Opera” le collaborazioni con i comuni ed il contatto con grandi solisti hanno riscontrato vivo entusiasmo e consensi.

Sergio Mari, attore  

Dal 2005 si occupa di attorialita’ e di scrittura e ha seguito importanti laboratori e stage condotti da maestri nazionali e internazionali, come Joseph Ragno dell’Actor’s studio di New York e quello di Gary Bracket del Living Theatre, sempre di New York, Pasquale De Cristofaro, Renato Carpentieri, già Premio David di Donatello, la regista argentina Nayra Gonzales, Mimmo Borrelli, Letizia Russo, Mario Mascitelli, Laura Curino e Lino Avendola, Ludmilla Ryba. Nel 2014, incuriosito dal teatro di figura, si accinge ad essere tra gli allievi del burattinaio internazionale Gaspare Nasuto e dallo stesso anno intraprende un lavoro di scrittura e di performance in tutta Italia con la sua baracca e i suoi burattini, facendo diventare dal 2019, la sua pièce teatrale, attrazione stabile dei Templi di Paestum. Per arricchire ulteriormente le performance con il teatro di figura, nel 2018 frequenta il corso del clown Vladimir Olshansky del Cirque du soleile. Nel frattempo prosegue il percorso della scrittura, pubblicando tre libri. Dal 2015 intrapresi gli studi drammaturgica, scrive e dirige diversi spettacoli teatrali come: Un pallone caduto ad Auschwitz; storia dell’ allenatore di calcio Arpad Weisz, trucidato nei campi di concentramento; L’ultimo volo di Giovanni Falcone, La storia di Gino Bartali, Siani-Impastato, Rosso Malpelo tratto da Giovanni Verga, l’Odissea e l’Iliade, tratte da Omero. Da sempre attivo nella ricerca di nuove formule musico teatrali, è co-autore di diversi spettacoli, tra cui “Histoire du soldat – L’ultima tentazione di Pulcinella”, “Terra mia -omaggio sinfonico a Pino Daniele”, “ L’orchestrina di Pulcinella”.

Fernando Galano voce e chitarra

In età adolescenziale approccia lo studio del canto e della chitarra e partecipa a numerose band e formazioni di musica leggera. Con la maggiore età affiora prepotentemente la passione per la Musica Classica Napoletana, genere apprezzato in famiglia da più generazioni, di cui diventa Cultore ed esecutore nel canto accompagnandosi con la chitarra classica. Dopo varie esperienze da solista, partecipazioni attive a varie realtà associative come AMARS (Associazione Medici Artisti Salernitani), nel 2001 fonda un primo Gruppo dedicato a questo genere musicale a cui fa seguito nel 2004 l’ Ensemble Napulantica, storica formazione che durerà fino al 2016 unitamente alla omonima Associazione Culturale. Con tale Gruppo, divenuto punto di riferimento della Musica Napoletana e di cui è stato leader, voce maschile e chitarra, ha portato questo patrimonio culturale immateriale nei migliori teatri nazionali e internazionali, ha partecipato a varie edizioni della Crociera della Musica Napoletana nel Mediterraneo occidentale e orientale, ha organizzato Rassegne di Musica e tradizioni culturali del Sud Italia (Voci Antiche) a cui hanno preso parte i migliori Artisti del settore, ha partecipato a varie edizioni televisive del Festival della Posteggia di Napoli. Ininterrottamente, per otto anni, con l’Ensemble è stato ideatore e protagonista del Concerto di fine anno svolto all’ interno della Galleria Umberto I° di Napoli. Nel 2008 l’ Ensemble ha inciso e presentato una raccolta antologica della Canzone Napoletana in doppio album dal titolo “ Melodie e Canti della Napoli che fu…” che ripercorre quattro secoli della Musica Classica Napoletana. In quegli anni l’Associazione Napulantica, di cui è stato fondatore e curatore, ha svolto attività culturale e sociale organizzando i Salotti Musicali a cadenza settimanale e mensile presso il Teatro sociale sito nel Comune di Pellezzano(SA) dedicati ai grandi Autori della Canzone Napoletana. Nel 2015 Galano ha frequentato il primo Master Universitario annuale di I° livello presso il Conservatorio “Martucci” di Salerno conseguendo il titolo di Esperto in Lingua e Canzone Napoletana. Attualmente l’attività artistica, sempre dedita alla Musica Classica Napoletana, spazia tra concerti con formazioni variabili.

Annalisa D’Agosto Soprano

Si è diplomata in canto lirico presso il Conservatorio Statale di musica “G.Martucci” di Salerno con il massimo dei voti sotto la guida del Maestro D.G.Serraiocco. Nel 2008 è stata ospite del Conservatorio J.Haydn di Eisenstadt (Austria) presso il quale ha studiato per sei mesi esibendosi in numerosi concerti presso il “J.Haydn Auditorium”. E’ risultata finalista in diversi concorsi nazionali ed internazionali tra i quali: Concorso lirico Valerio Gentile (2012); Concorso “Leopoldo Mugnone” di Caserta (2011), “Hariclea Darclee” (Romania, 2011) e “Mirabent” (Sitges, Spagna 2013). Nel giugno 2011 ha interpretato il ruolo di protagonista nella Cantata moderna “Homo Homini Homo” e nell’opera “La notte di Tiberio” (versione concertante) di G.Pappacena, a cui è seguita la pubblicazione discografica. Ha tenuto concerti in Spagna presso il Teatro “Serrano”, Auditorium della città di Segorbe, Iglesia, Arciprestal di Villa Real presentando repertorio d’Opera italiana, sacro e Zarzuela. Nel 2012 interpreta il ruolo di Araldo nell’Opera “800. L’assedio di Otranto” di Francesco Libetta, rappresentata presso i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce, alla quale è seguita una registrazione discografica. Ha debuttato al Festival Internazionale “Rossini in Wildbad” sotto la direzione del M° Antonino Fogliani nel ruolo di Madama Cortese nell’Opera “Il viaggo a Reims” di Rossini presso la Trinkhalle di Wildbad; Modestina (Il Viaggio a Reims, versione concertante, Kurteather di Wildbad); Clemenza in “Tebaldo e Isolina” di F.Morlacchi (prima esecuzione moderna, Trinkhalle, versione concertante). Ha inciso per la casa discografica Naxos. Nel 2016 debutta il ruolo di Violetta ne “La Traviata” di G. Verdi e Rosina ne “Il barbiere di Siviglia” di G.Rossini nell’ambito dell’evento “Concerti di Villa Guariglia” con la direzione del M° Elio Orciuolo e la regia di Riccardo Canessa. E’ vincitrice del concorso “Biagio Pignataro”, prima classificata con premio speciale “BiagioPignataro”. Nello stesso anno si esibisce per il programma televisivo “Sabato In” in onda su Rai Uno per la rubrica dedicata all’opera lirica. Nel 2017 ha debuttato il ruolo di Cio Cio San in “Madama Butterfly” di G.Puccini presso il teatro comunale Umberto Giordano di Foggia ed il ruolo di Mimì ne La Boheme a Lucca in collaborazione con il Teatro del Giglio per la produzione “Cartoline Pucciniane”. Nel 2017 ha interpretato il ruolo di Amelia ne “Un ballo in Maschera” di G.Verdi sotto la direzione del M°Traian Ichim e del M° Luciano Alessandro Di Martino in un tour europeo. Nel 2019 debutta il ruolo di Micaela nell’opera Carmen di G.Bizet presso l’Opera di Stato di Brasov (Romania)e diversi teatri di Germania e Austria diretta dal Maestro Traian Ichim. Tra il 2019 e il 2020 si esibisce sui palchi di 10 diversi teatri Cinesi. Nel 2021 insieme al pianista Vincenzo Zoppi, registra il disco “Le Periodiche”, canzoni napoletane del compositore abruzzese Antonio Di Jorio, registrate ed eseguite in prima mondiale presso il teatro Comunale di Atri, città Natale del compositore.

Alessandra Ranucci  Danzatrice

è maestra di Danze Popolari del Sud Italia dal 2010 con l’Associazione Asd Lithodora Sport di Cava dei Tirreni. Insegna a bambini, adolescenti e adulti. Svolge progetti all’ interno delle scuole e tiene a Cava dei Tirreni corsi privati di Danze del Sud. Si è avvicinata al mondo delle danze popolari e della musica popolare all’ età di 20 anni, grazie a Paolo Apolito, professore di Antropologia Culturale dell’ Università di Fisciano. Con il gruppo di Danze Popolari dell’ Asd Lithodora Sport ha partecipato ad innumerevoli manifestazioni di Piazza collaborando con Personaggi di Spicco della cultura popolare ad esempio, Vincenzo Romano. Ha approfondito la sua conoscenza delle tradizioni del sud Italia, svolgendo innumerevoli stage, con Lucia Cervone( tarantella del Gargano) Veronica Calati ( pizzica salentina) Andrea Caracuta (Pizzica salentina) Simone Carotenuto( tammorriata agro-Nocerino Sarnese) Raffaele Venosi( Tammorriata dell’ Avvocata) Ciccio Nucera (tarantella calabrese). È anche attrice, svolge la sua attività collaborando con l’ attore e regista Sergio Mari, con l’ associazione “Teatrazione” di Salerno e con l’ associazione” Antico fa testo” di Cava dei Tirreni. È maestra di teatro, In segna a bambini, adolescenti e adulti collaborando con La cooperativa Lithodora di Cava dei Tirreni e creando con questa laboratori di Teatro integrato e spettacoli di Teatro Integrato con cui ha vinto premi a innumerevoli rassegne di teatro per ragazzi.

Giornalista: Olga Chieffi  

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