A MIO PADRE, poesia di fine 2022 – battuta oggi, sabato 6 aprile 2024, 87° DI PAPA’ GINO (NOIA)

A MIO PADRE, poesia di fine 2022 – battuta oggi, sabato 6 aprile 2024, 87° DI PAPA’ GINO (NOIA)

O padre, t’amo

e la prima Stella in Cielo,

quella sei tu!

Con le mani ruvide

e le rudi tue carezze…

Oh, padre!

Impetro il tuo perdono – attende, Domine, et miserere…

Papà, mio unico Sol dell’Intelletto,

ti vagheggio e t’imploro: sogno di Te

la notte…

Là nel Ciel, ove sorgon l’Aurore; laddove

il pettirosso piange – bagnato il seno, da Cristo, il sangue –

lì ove sovrano monarca

Dio

regna, per l’eternità… Proprio lì ti raggiungerò,

un giorno non lontanissimo! Ove epifanie ed evocazioni vagano…

Sono povera, senza te, più volte povera!

E – per molte fiate – riconoscerò l’arcana sacrale

frugalità

del Padre dall’austera regola…

Del divin Signore tu contempli, da lustri,

l’aura soffusa (di Laura il telo, di Veronica Berenice – ohi, “vera icona”).

La voce del Dolore

richiama commossa lo spirito mio,

lacrime solcano i Cieli, ne’ mie’ occhi torbidi…

Rosolacci e fiordalisi – fioralisi: fior d’Elisio; in Paradiso!

E Tu, verso il tremulo tramonto, ostendi la tua calda mano

ed ampia

a proteggere me, noi,

tuoi familiari!

Siam su questa terra, bislaccamente violenta ed opaca; grigia.

Distanze enormi sembrano dissolverci

ma non è così.

Pregheremo per le nostre

illacrimate “Solitudini celesti” – nella Gloria del Padre;

del divin Abramo! E così sia…

Per la Legge, per i profeti, per Mosè ed Elia!

La non-scritta legge del cuore; oh, acerba dolcezza,

latrice del nuovo comandamento: la passione!

Oh babbo, babbuccio mio – sapiente saggio:

qual gioco di bimba, che mai non fia sposa,

ti giungano le sorde mie parole

nell’infuocata lingua dell’amore!

E l’armonia dell’Empireo ti riempia – ognor –

Il cuore d’orgoglio, di gioia, di gloria!

E miele e Ambrosia sgorgheranno la roccia,

reflue emozioni nell’animo strutto…

La mia piccola, miserrima vita ha già perso – sì, ha perso tantissimo –

lasciando tu questo bislacco e terribile mondo

terreno!

Tu, nell’Universo ultraterreno,

in viaggio sei pei Cieli e le angeliche sfere.

Al caldo, con Dio Jaweh!

O padre, mio buon paparino

perdon pietà ti chiedo,

per averti abbandonato al tuo (cieco?) brillante Destino…

Venia io vengo a chiederti,

di certo non Premio, ma Preghiera! Ossigeno per l’anima, preci incessanti;

fluttuanti…

Oh, Tu, inchiodato alle croci oblique del diabete e delle altre malattie – anche altrui –

vero e reale cristiano, quale tu eri… La morte, no, non avrà vittoria!

Vita e Morte in duello

si sono affrontate

ma tu, nel Padre, hai vinto le tenebre:

quel gran senso del vuoto

ch’ora, ch’io adesso

avverto – e non sol ora, purtroppo.

E Tu, così, non ci sei… E quindi – e quinci – depressioni di magie urbane

involeranno su me,

mai più udirò la calma tua voce

e profonda.

Manchi, Padre!

Mi manchi, adorato babbino!

Papino mite, umile di cuore – ma con l’esperienza della pazienza

nella fervida Mente

di studioso insigne, incline al Prossimo…

Un fru-fru tra le fratte; un altissimo Volo Angelico,

d’ale lievi. Tra altri Esseri spirituali,

accesi di Sapere e “ardorosa” adorazione.

Ben te ne venga, padre mio prezioso;

bene mio, mio diletto fantastico.

Luce ormai sei, su di noi regnerai.

Non cercherò più sponde, non più ulteriori scuse

troverò.

Nell’Amor infinito che hai,

perdonami.

Amen, tua sarò. O Uomo,

uomo (unico, con il germano amato)

della “Mia” Vita!

ANNA MARIA NOIA

6 APRILE 2024

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