CON “TROVARE LA PAROLA” MARIANO CIARLETTA GUARDA AL MONDO DEGLI INDIFESI

CON “TROVARE LA PAROLA” MARIANO CIARLETTA GUARDA AL MONDO DEGLI INDIFESI, DEI SUBALTERNI E DEI MALINCONICI. UN’OPERA DAL PRODONDO VALORE INTROSPETTIVO

MERCATO SAN SEVERINO. La prefazione del poeta Giuseppe Vetromile e la postfazione di Francesco Terracciano aprono e chiudono la nuova ricerca di Mariano Ciarletta, giovane scrittore di Mercato S. Severino, già autore di diversi romanzi e raccolte di poesie. La sua ultima opera dal titolo “Trovare la parola” riguarda una raccolta di 63 pagine, con 44 poesie, improntate su un’attenta e quotidiana osservazione della realtà. Meno

“personalistica” rispetto a “Iridi” del 2016,“Come Radice” del 2017 e “il Vento Torna Sempre” del 2018, la nuova silloge di Mariano Ciarletta guarda al mondo degli indifesi, dei subalterni, dei malinconici, di coloro che sfiorano il desiderio di onnipotenza. Se descriverlo non è semplice, è tuttavia compito del poeta “trovare la parola” per poter raccontare, talvolta interiorizzare, scenari interni ed esterni che arricchiscono e toccano il personale vissuto. È indiscutibile che l’io di Ciarletta sia presente, come nelle precedenti raccolte, anche in “Trovare la parola”, opera ultima di uno scrittore a tutto tondo, la cui maturazione letteraria è alla continua ricerca di uno sviluppo interiore, che lo stesso cerca di far emergere attraverso le parole di una poesia, rivolgendosi con garbo ed educazione ai suoi lettori. Lo si evince da tutte quelle poesie che, nella prima parte, conservano un orientamento introspettivo: tra queste figurano “Nascosti”; “Noce”; “Due dita”; “Kiwi”; “Trenta”; “Est”; “Quel prato mai percorso”. Ciò nonostante, è nella seconda parte della raccolta che l’io personalistico subisce una trasposizione guardando al mondo dei subalterni e degli indifesi. Lo dimostrano “Mezzogiorno”; “Fred”; “Verso il mare”; “Subalterni”; “A chi volpe a chi preda”; “Surreale”. Titoli dai quali traspare una difesa incondizionata nei confronti di categorie sociali più deboli. Segue un’attenta analisi sul dolore che induce molti alla finzione come in “Prosciugati”; “Onnipotenza”; “Attesa”, sul rimpianto per un’infanzia dolce cui, ora, subentra la corsa come “dovere”: tra i titoli di questa ultima analisi figurano “Furti silenziosi”; “Mai nato”. La malinconia, stato d’animo che non risparmia nessuna età, è un tema ricorrente nella silloge “Zolle”; “Melanconia”; “Biancogrigio”; “Consuetudine”.  Ciarletta si sta distinguendo nel panorama letterario per le sue innate doti di scrittore, che lo hanno portato anche a ricevere premi nazionali ed internazionali in diversi concorsi tematici. Nel 2017 ha conseguito la laurea magistrale in Gestione e Conservazione del patrimonio archivistico e librario. Nel 2023 il titolo di dottore di ricerca in studi letterari, linguisti e storici presso l’Università degli studi di Salerno. Attualmente, nella stessa università, riveste la posizione assegnista di ricerca. Oltre il percorso in ambito storico, fin dall’età di quattordici anni, Ciarletta coltiva la passione per la letteratura e per la poesia. Diversi suoi inediti sono stati pubblicati su riviste nazionali ed internazionali. Tra le raccolte recenti ricordiamo: “Il Vento Torna Sempre”, “La Vita Felice” e “Trovare la parola”, edito da Terra d’Ulivi. Con la poesia “Invisibili” (Verso il mare), inclusa proprio nella seconda silloge, Ciarletta ha ricevuto la medaglia d’Onore al premio letterario Internazionale Luigi Vanvitelli.

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