IL GRUPPO “RADICI” CONDANNA SENZA MEZZI TERMINI I REATI CHE L’AUTORITA’ GIUDIZIARIA STA CONTESTANDO A PERSONAGGI POLITICI NELLE REGIONI PUGLIA, PIEMONTE E CAMPANIA, EVIDENZIANDO LA NECESSITA’ DI FARE POLITICA NEL RISPETTO E NEGLI INTERESSI DEI CITTADINI
Il terremoto giudiziario che sta scuotendo diversi ambienti della politica, soprattutto a livello locale, (vedi i casi della Regione Puglia con l’indagine sui voti comprati, quello del Piemonte per corruzione e da ultimo il caso dell’arresto del sindaco dimissionario di Avellino Gianluca Festa), è diventato, ad oggi, un argomento al centro del dibattito pubblico e politico. I consiglieri del Gruppo “Radici” hanno voluto esprimere le proprie impressioni su questi episodi, rimarcando alcuni concetti fondamentali posti a fondamento di un corretto comportamento che sono tenuti a rispettare coloro che occupano ruoli di responsabilità.
Gli attuali fatti di cronaca degli ultimi giorni hanno raccontato di inchieste giudiziarie che stanno riguardando diversi ambienti della politica nella Regione Puglia, in Piemonte e da ultimo il caso di Avellino con l’arresto del Sindaco dimissionario Gianluca Festa e di altri personaggi della politica locale. Fatti che evidenziano sistemi di corruzione elettorale con il coinvolgimento di diversi esponenti del PD.
“Di certo – commentano i Consiglieri del Gruppo “Radici” – le notizie di cronaca giudiziaria che giungono dalle Regioni Puglia, Piemonte e Campania non rendono merito alla politica, intesa nel senso nobile del termine, come servizio da rendere in favore della cittadinanza. I reati contestati ai destinatari delle ordinanze cautelari emesse dall’autorità giudiziaria, se confermati, evidenziano una gravità da non sottovalutare, in quanto avrebbero fatto emergere dei sistemi di corruzione, minuziosamente studiati per dirottare le preferenze verso determinati personaggi influenti della politica locale. Nel caso di Avellino, poi, si ipotizzano reati molto gravi tra cui: associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti contro la pubblica amministrazione, corruzione, falso, depistaggio, rivelazione di segreto, peculato e induzione indebita a dare e promettere utilità”.
“Noi – sostengono i Consiglieri di “Radici” – nella qualità di amministratori di un ente locale, non possiamo che condannare questi episodi, che possono senza dubbio essere annoverati nell’ambito di un sistema truffaldino che non ci appartiene e che non appartiene a nessun soggetto che intende governare un determinato territorio mettendosi al servizio della comunità, i cui elettori si attendono da coloro che li rappresentano, l’esercizio di un’attività, innanzitutto onesta e in secondo luogo di grande responsabilità per la crescita e lo sviluppo del territorio stesso”.
Una ferma condanna che si manifesta nella piena convinzione che la politica deve essere concepita, solo ed esclusivamente, come attività al servizio della cittadinanza.