Professionisti sanitari, fibrillazioni per il “vincolo di esclusività”. L’On. Vuolo interroga la Commissione europea

Professionisti sanitari, fibrillazioni per il “vincolo di esclusività”. L’On. Vuolo interroga la Commissione europea
«So bene che il Governo ha più volte dichiarato di voler risolvere la questione, penso che in questa vicenda sia importante concertare la migliore strada possibile. Quando ho parlato con ANPSE ho trovato delle persone serie che hanno come unico scopo la tutela e la valorizzazione delle loro professioni. Da tempo stanno chiedendo la tranquillità di poter lavorare senza dover patire continui cambiamenti regolamentari e temporali. Non dimenticando la carenza di professionisti sanitari, si aggiungono le perplessità di un impiego autonomo, ma con scadenze che vengono di volta in volta prorogate. Chi fa impresa, piccola o grande che sia, ha necessità di certezze ed è questo l’intento dell’interrogazione» Ha commentato l’Onorevole Lucia Vuolo, europarlamentare Forza Italia/PPE.

Diversi giorni fa, l’”Associazione Nazionale Professioni Sanitari in Evoluzione” ha contattato l’ufficio dell’onorevole Lucia Vuolo, europarlamentare Forza Italia/ Gruppo PPE, per portare all’attenzione un problema che starebbe seriamente mettendo a rischio il comparto sanità italiano che comprende 22 professioni infermieristiche, ostetriche, tecnico-sanitarie, della riabilitazione. A spiegare tecnicamente la situazione, l’Associazione ha coinvolto gli Avvocati Alessio Ciaravino e Sabrina Felici di Genova, esperti in materia, che hanno fornito un’accurata relazione. Dopo un incontro da remoto, l’Onorevole Vuolo ha promosso un’interrogazione alla Commissione europea per evitare ripercussioni ed individuare l’approccio corretto da suggerire poi al Ministero della Salute. Nell’interrogazione, l’Onorevole Vuolo chiede alla Commissione se possano esserci discriminazioni tra i professionisti italiani dello stesso comparto sanità in virtù di una preclusione che riguarda 22 delle 30 professioni sanitarie. De facto, come riportato anche nel testo dell’interrogazione, “solo 8 categorie come medici, psicologi (ed altre) possono avere un impiego pubblico indeterminato e svolgere stabilmente anche la libera professione, mentre alle ulteriori 22 (stimati in circa 600’000 professionisti) è come detto precluso.

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