“Mi occupo da sempre di storie di camorra e di mafia ma non mi sono per nulla abituato al ribrezzo provato nel raccontare dei femminicidi

“Mi occupo da sempre di storie di camorra e di mafia ma non mi sono per nulla abituato al ribrezzo provato nel raccontare dei femminicidi che colpiscono donne con le quali questi uomini hanno condiviso momenti di felicità e di amore. Nel mio mestiere di giornalista ho sempre pensato che bisognasse avere un approccio laico ma approfondendo queste storie è impossibile non restarne coinvolto”.

Così in un passaggio ieri sera lo scrittore e giornalistaBruno De Stefano presentando, presso l’Holiday Inn di Cava de’ Tirreni, il saggio I femminicidi che hanno sconvolto l’Italia (Newton Compton Editori), nel corso del quarto appuntamento dei salotti letterari della XV edizione del Premio Com&Te.

“A mio parere –ha puntualizzato l’autore- si commette un errore dando la colpa al cosiddetto patriarcato visto come il male assoluto. La responsabilità è invece certamente più ampia.  Purtroppo non esistono soluzioni salvifiche e sicuramente la scuola può fare molto ma da sola di certo non risolve il problema”.

A stimolare l’autore, nella vesti di intervistatori, l’on. dott. Guido Milanese, Consigliere Delegato del Ministro dell’Ambiente presso l’ENR (Ente Nazionale di Ricerca e promozione per la standardizzazione) e la dirigente scolastica Mariella Incoronato, rispettivamente presidente e componente della Giuria del Premio Com&Te alla Cultura.

“Si dice alle donne di denunciare ma la legge è più lenta degli assassini e quando purtroppo si arriva davanti ai giudici perché vi è stato l’omicidio non sempre la risposta è quella che ci aspetta”, ha spiegato con profondo rammarico De Stefano.

Sollecitato poi dalle domande degli studenti, l’autore ha evidenziato “che ci può innamorare più volte ed è bello pensare che si può incontrare un’altra compagna della vita e che non tutto è finito per sempre”.

In sala presente anche l’ingegnere Giovanni Maiorano, fratella di Nunzia, la giovane donna cavese uccisa alla frazione S. Anna nel gennaio 2018 dal marito Salvatore Siani con 47 coltellate alla presenza del figlio di cinque anni e della madre.

“Ho raccolto le confidenze di mia sorella -ha spiegato Giovanni Maiorano- ed in tutta sincerità non pensavo che Salvatore potesse arrivare ad ucciderla. Purtroppo, non siamo portati a pensare che un assassino sia tra le mura domestiche”.

Nell’accorata e drammatica testimonianza di Giovanni Maiorano anche le agghiaccianti parole pronunciate dall’assassino al momento dell’efferato delitto della sorella Nunzia: “Se non puoi essere solo mia non devi essere di nessuno”. Come si ricorderà il delitto scaturì a seguito dell’ennesimo diverbio tra i coniugi quando Nunzia ribadì al marito l’intenzione di separarsi.

Presenti alla serata letteraria, oltre ai numerosi studenti e docenti, anche i dirigenti scolastici Pietro Mandia, Raffelina Trapanese e Mena Adinolfi.

La dirigente scolastica dell’I.C. Carducci-Trezza, Mena Adinolfi, ha colto l’occasione per ricordare il Premio in memoria di Nunzia Maiorano “Così muore amore”, giunto alla  IV edizione e dedicato quest’anno ad un’altra vittima del femminicidio, Giulia Cecchettin, che si tiene presso il suo istituto.

Il Premio si rivolge agli studenti della scuola secondaria di I e II grado ed è caratterizzato da due azioni di tipo educativo-didattico, volte ad implementare il grado di sensibilità al tema, da parte delle giovani generazioni con incontri/seminari indirizzati agli studenti delle scuole per discutere del tema della violenza contro le donne e la partecipazione degli studenti al concorso con lavori inediti afferenti a tre categorie: cortometraggi, racconti e manifesti.

Per ogni altra informazione può essere consultato il sito www.premiocomete.it

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