OSPEDALE DI EBOLI. Quale prospettiva dell’assistenza ospedaliera nell’Area del Sele

OSPEDALE DI EBOLI. Quale prospettiva dell’assistenza ospedaliera nell’Area del Sele?
Premesso che l’Ospedale Unico della Piana Sele, così come suggerito dai territori, sarebbe stata la
soluzione migliore per rispondere in termini di efficacia, efficienza e economicità alla domanda di sanità
immediatamente a Sud di Salerno, cui è destinato a rispondere un DEA Hub di area vasta, adesso


l’attualità ci impone ulteriori riflessioni.
Come FP CGIL Salerno, ribadiamo la necessità di un cambio di passo rispetto al maggiore coinvolgimento
di territori e organizzazioni sindacali nelle scelte sia di programmazione sanitaria che nell’adozione
dell’Atto Aziendale, al fine di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, sia attraverso gli interventi di
edilizia sanitaria promessi, sia attraverso il potenziamento dell’offerta sanitaria mediante
l’ammodernamento tecnologico e il reclutamento del personale necessario.
Tuttavia, la prima lettura del Documento programmatico della Regione Campania concernente il settore
degli investimenti di edilizia sanitaria (di cui alla DGRC 656 del 16/11/2023 – BURC n°88 del 11/12/2023),
nella parte in cui prospetta la confluenza dei posti letto per acuti dello stabilimento di Eboli nello
stabilimento di Battipaglia, senza menzione del Pronto Soccorso per lo stabilimento di Eboli, che del
resto risulterebbe interamente convertito in attività territoriali, merita una riflessione profonda.
E non solo nel metodo: si fa programmazione sanitaria di fatto, eludendo le sedi e i confronti opportuni.
E neanche solo per il carattere storico di buona sanità del PO di Eboli (che non è detto che sia
riproducibile altrove sic et simpliciter!) e per quello di “tenuta sociale”, considerato che a Eboli fasce
sociali particolarmente rappresentate nella zona come: anziani, inoccupati urbani, migranti e braccianti
agricoli che, storicamente hanno difficoltà a inserirsi nell’offerta sanitaria, hanno sempre trovato in
questo presidio risposte efficaci e modulate alla bisogna.
Ma soprattutto perché tale forma di “razionalizzazione” non contempla il “recupero” dell’indice di posti
letto, previsto per la provincia dagli standard vigenti che, anche nella previsione dell’accordo di
programma licenziato, resterebbe inferiore alle necessità di quasi 100 unità, che guarda caso sono quelli
che mancherebbero allo stabilimento di Eboli. Tutto ciò con ripercussioni negative, quindi, per l’intera
area a sud di Battipaglia, poiché tale riorganizzazione diminuisce l’offerta sanitaria per
l’emergenza/urgenza nella zona del Sele, lasciando poi a fine processo sotto dotata l’intera provincia
rispetto all’indice di posti letto dovuto. Posto che attualmente mancano all’appello circa 344 posti letto
nell’intera provincia.
Peraltro, si mettono a rischio anche le eccellenze attualmente presenti come quelle del Dipartimento di
Emergenza che contano attività di Cardiologia interventistica a servizio della zona sud di Salerno, tra le
10 più performanti d’Italia. A maggior ragione per il sovraccarico che incomberebbe sia su detto
Dipartimento che sulla popolazione, per la prospetta soppressione di un Pronto Soccorso nell’Area vasta
del Sele.

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